L'Ottocento by Emilio Piccolo

L'Ottocento by Emilio Piccolo

autore:Emilio Piccolo [Piccolo, Emilio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: L'Ottocento
pubblicato: 2012-04-26T12:24:26+00:00


In questo intento di superare le ragioni formali della poesia: educazione ed elaborazione retorica del sentimento, civile mediazione della scuola e dell’accaemia, essi anticipano i motivi della polemica marinettiana: il D’Annunzio, che solo ebbe in Italia una vera coscienza decadentistica, andò per tutt’altra strada da quella, e proprio volle passare attraverso una sperimentazione dell’interno dell’ars rettorica ereditaria. Fu dunque, quello dei Lombardi, uno sforzo condannato in anticipo per l’intriseca parzialità delle sue posizioni di partenza: il rinnovamento non trae origine da un’intima sollecitazione della coscienza letteraria, ma dal gusto, un po’ artificioso, di nuove esperienze e di nuovi contenuti; da un giuoco scoperto di suggestioni percepite più nei loro significati occasionali (come nel caso del costume baudelairiano) che in quelli profondi ed autentici. In ogni caso, essi sono i primi in Italia a credere nel valore positivo di una 214

L’Ottocento

certa spiritualità capovolta e tormentata, nelle sue capacità di recuperare, fuori da schemi ormai logori, l’interezza e la sincerità della persona umana: a crederci, dico, più per forza di affetto e, se si vuole, di disperazione, che per un’intima, meditata convinzione. Lo stesso repertorio su cui si compie la loro formazione denuncia un sovrappiù di calore e di entusiasmo e un difetto di coscienza critica: diedero a Victor Hugo e a Charles Baudelaire lo stesso valore indicativo.

Non è possibile capire il senso del romanticismo lombardo senza riferirsi alla presenza delle contemporanee letterature francese e tedesca: non per nulla sia il Praga che il Boito fecero il loro bravo pellegri-naggio a Parigi, a tempo debito.

In generale, li colpiva dei francesi la sicurezza con cui rovesciano le forme della moralità e della socialità tradizionali, inventandole nuove in un lucido clima d’ironia o d’angoscia; dei tedeschi quel discendere nella solitudine come in un gorgo, e rarefare il mondo, e promuovere un contatto con allucinazioni metafisiche, e immaginare itinerari verso rive fastosamente primitive, cariche di tinte intatte, di incolumi energie irrazionali. Questo rapporto istituito contemporaneamente con due poli opposti, l’uno di una sfera soprannaturale e mistica, l’altro di una fisicità idillica, di una esuberante sensualità- che fu la zona pericolosa del romanticismo - li suggestiona subito; ma appunto non vanno oltre la sorpresa, oltre l’emozione un po’ banale di sentirsi liberi dalle regole, in un’aria tra l’incantata e la compiacinta. Non arrivavano cioè ad intuire il logorío secolare della sensibilità necessario per decidere questa deformazione del reale, e soprattutto dimenticavano che il valore di questa deformazione risalta ancora in una sede formale, nell’armonia intima che la regola e la risolve in pura espressione. C’era dunque in loro, accanto ad un’accesa percettività morale, una insufficienza di consapevolezza letteraria, quell’ostinazione polemica nel porsi

“fuori della letteratura” che cosuituì la loro rettorica.

Le loro proposte più interessanti appaiono quindi anche un po’

arbitrarie: si sente che erano avanzate per desiderio di scandali in provincia. Si immersero dunque in una tematica significativa: ambienti orientali, passioni sanguinarie e animalesche, fauna e flora in conseguenza; oppure certe radure olandesi grigie e velate nella loro malinconia di canali e di mulini a vento; oppure, ancora,



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